Questa frase non è
mia e non ho intenzione di prendermene la maternità, tuttavia mai come oggi
l'ho sentita vibrarmi nelle cellule., da quelle epiteliali alle più interne,
raggiungendo l'ufficio con un sorriso ebete dopo un pranzo in compagnia.
Come già detto più
volte le tempistiche di Ubud non sono esattamente quelle Italiane, avere sette
ore di fuso fa si che la mattina sia la tua fascia oraria più "vuota"
in cui ti puoi regalare del tempo per te stesso facendo le cose che più ami per
poi arrivare in ufficio rilassato o stanco a seconda dell'attività. Purtroppo
passeggiare nella sottile linea fra il Galungan e il Natale fa si che qui tutto
si rallenti al punto di fermarsi e molti Expat decidano di tornare verso le
loro patrie per un po' di tempo in famiglia.
Inclusa la mia
insegnante di Yoga.
Non volendo cedere
alle giga scuole con più di sessanta persone a lezione, mi sono trovata ben
presto a svegliarmi la mattina senza una routine, per quanto sia possibile per
me averne una.
Così si è deciso di
impegnare le mattinate con lunghe session di briefing aziendale per smaltire
parte della progettazione che a Gennaio ci obbligherà all'ufficio le canoniche
otto ore al giorno, se va bene.
Una cosa che ad Ubud
non potrà mai mancare è un accesso al Wifi. Averlo a casa è veramente uno
sfizio, basta fermarsi in un caffè e con un euro e mezzo di bevanda hai a
disposizione divanozzi comodi con policromi cuscini oversize, la rete, il servizio e anche la possibilità
di scambiare quattro chiacchiere con chi passa se sembra avere qualche storia
interessante da raccontare.
Ubud è un covo di
viaggiatori, di storie fantastiche, di idee nuove quindi ci vuole veramente
impegno per passare del tempo indisturbati.
Così, rintanati nel
barettino di un coloratissimo ostello in centro ad Ubud, ci siamo trovati a
chiacchierare con un altrettanto colorato Inglese (ESISTONO!), il suo
ruvidissimo accento della città dei Beatles e i colori che ti facevano credere
di aver incontrato un irlandese. Un altro giramondo e dato che questo mondo
ognuno se lo gira a modo suo, lui ha deciso di girarlo facendo il Coach per il
Team Building delle grandi aziende. E' bastato stringerci la mano in
condoglianza per la loro ricezione di SuperMario con il ghigno di chi si è
appena liberato di un virus intestinale ed una mattina è volata, all'insegna di
racconti di viaggi.
Sean viaggia da
funambolo fra la natura e gli sguardi delle persone, è stato in ogni continente
ed è un Mowgli contemporaneo che trova ricchezze nelle miniere sulfuree di
Java, nelle giungle del Borneo o negli occhi dei Nativi americani passeggiando
sulle orme di Incas ed Aztechi. Un uomo che, come tanti uomini, nel percorso di
questa vita, si è offerto la possibilità di riflettere sul suo percorso e si
prepara probabilmente ad intraprendere un'altra strada, ma non prima di aver
girato quel tanto che basta per deciderne se non la meta, i mezzi di trasporto.
E lo sta facendo con sei settimane a spasso per l'Indonesia, dalle foreste di
Sumatra ai lucertoloni di Komodo, passando per i vulcani di Java e il tempo di
gomma Balinese.
Come tutti gli
incontri in un mondo casuale, un po' come nella sala d'attesa della stazione di
Bologna, si fa tesoro delle chiacchiere scambiate, magari ci si trova su
Facebook per continuare ad inseguire le avventure dell'uno e dell'altra, ma ci
si saluta, consapevoli che non si sa quando ci si rincontrerà.
Si chiama vita ed è
quella forza in grado di sorprenderti quando non le chiedi nulla.
Così, quando
stamattina si è usciti alla ricerca di scuole di Yoga stakanoviste per
combattere l'ozio degli ultimi giorni, l'ultima persona che ci aspettavamo di
incontrare era proprio lui, che con il passaporto in mano cercava una soluzione
per rinnovare il suo Visto per altri trenta giorni e poi partire verso altre
isole indonesiane e dedicarsi ad un'altra delle sue passioni: il Diving.
In Grecia si crede
che ogni cosa accadrà a suo tempo quando il Signore decide che il tempo è
giusto. Io sono agnostica, non credo in alcuna religione, ma per superstizione
ho imparato a non incaponirmi quando le mie giornate prendono una piega diversa
da quella che mi aspettavo. Dopo aver dato a Sean uno strappo in scooter nel
tentativo di reperire la nostra Visa Agent, insomma quelle persone che per una
"mancetta" ti strigano le carte evitandoti infinite file all'ufficio
immigrazione e trabocchetti per spillare più soldi a nomadi sprovveduti. Il
viaggio verso la stanzetta di Elizabeth non è andato a buon fine così abbiamo
deciso di fermarci a prendere un caffè in uno dei covi storici per Expat,
Backpackers e nomadi di Ubud. E mentre si commentavano gli articoli degli
ultimi giorni sul Default imminente della Russia, il panico da elezioni
Elleniche che potrebbero mandare l'Eurozona con i piedi all'aria, di Amazon che
investe in Robot anziché in persone e della differenza fra la crisi da abbondanza
e da privazione, alla nostra lunga chiacchierata si è aggiunto un altro
interlocutore. Una di quelle figure che in occidente stridono, con quei lunghi
capelli bianchi e i pantaloni a zampa assolutamente senza marche a sovrastarlo. England, US e Italia/Grecia che si siedono ad
un tavolino a discutere di massimi sistemi per poi raggiungere alla
conclusione, sorridendo, che i massimi sistemi non servono ad una cippa.
"La vita,
semplicemente, accade. Non capisco le persone che pretendano di cambiare il
mondo quando non cambiano nemmeno il loro Lifestyle se non le aggrada. Lo sai
qual è la percentuale di persone infelici al mondo? Il 3%. Solo un dannato 3%.
Tutti gli altri si lamentano, pensano a come sarebbe potuta essere la vita con
dei finali alternativi, magari a volte lasciano trasudare una punta di
frustrazione. Ma non sono infelici. Sono nella loro comfort zone. Anche
lamentarsi li rende felici. Essere commiserati. Sentirsi dire: povero mi
dispiace per te. Questo è quello che li rende felici. "
Detto da un mio
coetaneo, mi sarebbe apparso un punto di vista assoluto, saccente ed arrogante.
Ma quando questa frase di arriva da chi ha trascorso più di mezzo secolo su
questa terra allora appoggi la schiena al muro e con calma ascolti. Si chiama
Bobby e non ha assolutamente nulla del "guru", compresa la
presunzione di esserlo. Proprio per questo ha conquistato tutta la mia
attenzione.
"Ho trascorso
anni a studiare le cause dei cambiamenti. Cosa farà decidere una persona che è
ora di cambiare?
Ebbene, nulla come
un pugno nello stomaco ti può fare la differenza. Il dolore è il meccanismo più
forte che può dare una svolta alla mente umana. Hai mai visto nessuno lasciare
una vita che lo rende felice per una che potenzialmente lo può rendere più felice?"
Cambiare idea è il
lusso più grande che una persona si possa concedere.
Assumersi la totale
responsabilità delle proprie azioni presenti e passate, digerirle e poi
lasciarle andare nella dimensione a cui appartengono. Smettere di fissarci
sulla meta, è il viaggio quello che conta. Alla meta, probabilmente non ci
arriverai mai.
Quando si è deciso
di andare a mangiare un boccone al Warung Javanese che fa i migliori noodles
mai mangiati in città e costa un euro e cinquanta con the offerto dalla casa il
nostro nuovo amico inglese sembrava un anima in pena: le sue disavventure burocratiche
gli avevano fatto perdere il taxi ed il traghetto e si sarebbe trovato a
rimanere un altro giorno ad Ubud. Ma guidato dalla fame di chi ha saltato la
colazione nella speranza di trovare soluzioni ai suoi disguidi burocratici
quasi a vuoto, ha accettato l'invito di seguirci in questa abbuffata rustica.
Cosa dicevano in
Grecia? Beh, più che un Cristo che mi sovrasta guascone, preferisco figurarmi
le Moire, con il loro ghigno beffardo, che come un ragnetto ci attirano nelle
loro tele. Così, ho lasciato il mio nuovo amico Inglese intrattenersi in una
conversazione piena di storie ed immagini con una donna Serba dagli occhi che
brillano e sorridono, incontrata al Warung ed invitata al tavolo perché
mangiare da soli è tempo perso.
Oggi sono arrivata
in ufficio con la testa e la pancia piena, sorridente e grata come solo questa
città sa farti sentire. Un bicchiere di infuso di Curcuma e mi sono messa al
PC. Solo oggi, quando mi hanno guardato e alla sprovvista chiesto: ma quindi tu,
sei Felice? Senza bisogno di pensare ho risposto: "N
on potrebbe essere
altrimenti! Sono in un posto splendido, ho un lavoro che amo che cresce sempre
di più e mi riempie di soddisfazioni, la possibilità di vivere in qualsiasi
stato, in Italia, qui, in Canada o ad Ulan Bator, pochi affetti ma veri fino al
midollo e una famiglia che anche se in apparenza siamo tutti spaiati insieme
formiamo un puzzle perfetto. Cosa potrei volere di più dalla vita? "
Solo quando le
parole ti escono spontaneamente di bocca diventano realtà. Capisci che te la
sei cavata meglio di quanto credevi.
Il titolo non è mio,
ma è stata la frase che mi ha fatto più pensare. Quando nella mia vita sentivo
di essere in un vicolo cieco senza speranze, quando mi ero convinta di aver
fallito. Questo video
mi ha messa davanti allo specchio. E' stato il mio pugno nello stomaco.
Vuoi davvero
aspettare di essere agli sgoccioli per guardare in faccia uno straniero e
sorridendo dire e dirti che sei veramente, genuinamente, felice?
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