Decidi di prenderti
qualche giorno lontano dal caos di una cittadina invasa dal Caos di turisti a
caccia di Santoni, sessioni di Yoga o dei passi di Elizabeth Gilbert nella
città medicina, approfittando del Natale per "disconnetterti" per
qualche giorno di fila. Così scegli una delle mete più impopolari per il
turista medio: Il Nord-Est dell'isola. Quella delle spiagge costellate dalla
barriera corallina, dove più che fare immersioni, mangiare pesce appena pescato
e sfidare il sole dei tropici con una protezione 30 che nonostante la tua
melanina sveglia e reattiva ha i tempi di un impiegato pubblico un ora prima di staccare, un
venerdì, pre ponte.
Hai deciso di
smettere di fare come tutti quegli Expat che non fanno che lamentarsi del
rialzo del costo della vita mentre sorseggiano bibitoni biodinamici con batteri
vari che ci danzano in coloratissime bevande a cui fa brutto chiedere "mo
che cazzo ci avete messo qui?" e di lasciare il semplice homestay
tradizionale in nome di un fighetto quattro stelle con piscina lungomare (che
comunque ti costa venticinque euro a notte! ). Così arrivi in questi splendidi
piccoli bungalows, immersi in Buganvillee e Frangipani ad ascoltare l'oceano
che ogni tanto si incazza, i bambini locali che ridono sguazzando a riva, i
pescatori che parlano una lingua che senti sempre di più il bisogno di
cominciare a masticare.
Mentre sorseggi il
tuo Banana Smoothie di benvenuto dopo il primo tuffo in piscina, l'addetta alla
tua stanza ti porta un opuscolo turistico. Decidi così di mantenere il più
possibile la parola data quando hai cavalcato lo scooter promettendoti di
essere offline il più possibile e torni al vecchio cartaceo, il primo vecchio
amore che non si scorda mai. Fra pagine che narrano le tradizioni più
incomprensibili, appare lei, la pubblicità della fabbrica di Cioccolato diCharly. Sarà il clima natalizio insediatosi in te come l'epatite, l'assenza di
Panettoni o quei giorni del mese in cui ti senti in diritto di squartarti un
bisonte rispondendo un banale "perché si!"
al tuo senso di colpa
perenne, ma quella pubblicità ti colpisce come nessun'altra.
Una fabbrica del
cioccolato, a Bali, sulla spiaggia, fatta di sole casette di paglia da cui più
che gli Oompa Loompa ti aspetti di vederci sbucare un Hobbit. Forse nel mio
Smoothie alla Banana c'era qualcosa di allucinogeno. Leggi meglio: un'altalena
che da due palme arriva direttamente sull'oceano. "The Chair of Instant
Englightenment", la chiamano. Ho deciso: il mio regalo di Natale per
quest'anno, sarà trovare questo posto! Anche perché, come pubblicità recita,
"come tutte le cose che meritano a questo mondo, non sono semplici da
trovare! Quando l'allievo è pronto, il cioccolato si manifesterà a lui!".
Devi assolutamente
arrivarci.
Arriva il giorno di
Natale. Dopo una lunga giornata in spiaggia ed una giga abbuffata di pesce
accompagnata da quattro chiacchiere con due ragazzi che vivono al confine del
mondo, decidi di metterti in motorino alla ricerca di Charly e della suaFabbrica del Cioccolato.
Sai di essere ad un
paio di Kilometri, il lungomare fra Candidasa e Amlapura non è New York,
disponi di tutta la tecnologia del caso, hai indossato il tuo sorriso migliore
per chiedere informazioni nel caso di dovessi perdere e ti porti dietro come
una reliquia l'opuscolo che ti ha aperto gli occhi su questo meraviglioso
posto. Dopo quasi mezzora di ricerca è bastato dire ad un locale la parola
Charly ed ecco che magicamente la via è stata indicata.
Un altro po' di
sterrato e macigni e finalmente la trovi. La fabbrica di Charly, quella del
cioccolato e non solo.
Il proprietario è
uno Statunitense della Florida per l'esattezza, che si è trasferito non solo in
questo puntino sul mappamondo, ma anche in uno dei suoi posti meno noti ai
turisti e si è messo a fare cioccolata, con l'arte di chi lo fa più per
passione che per mestiere. Le sue confezioni semplici ed ecologiche e la
squisita imperfezione di ogni singolo pezzo degustato ti fa capire la
differenza tra la catena di montaggio e l'artigiano. Da Charly ci sono
pochissimi prodotti, ma ognuno di loro ha una sua unicità e sicuramente, vale
il modesto prezzo. Dopo un breve tour che prevede la spiegazione di come
avviene la magia, ti verranno offerti i semplici prodotti, dal fondente, al
Krunch, un cioccolatino di riso nero soffiato passando per la sua celestiale
Nuteresa: una rivisitazione artigianale della Nutella basata sugli anacardi e
il cioccolato. Ma da Charly non c'è solo cioccolato: lo sciroppo di Cocco è la
vera rivoluzione copernicana per noi abituati a quarantasette mila tipi di
zucchero, tutti di dubbia naturalità. Lo sciroppo di cocco non è altro che
acqua di cocco, materia che beneficia non poco il nostro organismo, dal
metabolismo al sistema immunitario, condensata. Dalla visita alla fabbrica di
Charly non ho più toccato nemmeno lo zucchero grezzo melassoso delle
piantagioni di Luwak, è talmente buono e mai stomachevole che da un gusto
adorabile a tutto, dal caffè al pudding di riso castano che spesso preparo per
colazione.
In tutta questa
cornice la botteghina si sta espandendo e si prevede l'apertura proprio in
quella nave in Bamboo, di un piccolo cafè dove potrete degustare la
spettacolare cioccolata calda artigianale e potete salire sulla fantastica
altalena di legno, che balla sull'oceano. La sensazione di volare sulle onde:
non ha prezzo.
Incontrare queste realtà mi da sempre un boost di
fiducia in più. Vedere che idee nuove nascono e si sviluppano in modo
utopicamente visionario per i nostri standard, mi fa sentire in ottima
compagnia.
Il mio Natale, non è
stato costellato di pandori e panettoni e le mie tavolate sono state
all'insegna del pescato fresco dell'oceano ma trovare la fabbrica di Charly e
la sua splendida altalena sull'oceano mi ha riportato a quand'ero bambina
ricordandomi la magia della felicità che solo un mondo di cioccolato ti può
regalare.
Vi allego il Link dell'intervista a Charly, per chi sa l'inglese e vuole saperne di più!
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