martedì 20 gennaio 2015

Welcome to the jungle!

La casa dei sogni, si sa, è un po' come l'anima gemella. Puoi girare per il mondo, sperimentare più di una protagonista di Brazzers oppure elaborare astruse fantasmagoriche teorie che non avranno mai una vera e propria valenza assoluta. Quando la incontri sai che è lei, sei pronta a giurarle eterno amore anche se per eterno si intende un lasso massimo di sei mesi e ti ci vedi dentro come se fosse sempre stata tua. Ho incontrato la casa dei miei sogni un mese fa ma era momentaneamente occupata con qualcun altro. Come per l'anima gemella ho mandato giù il boccone e ho atteso, pazientemente il mio turno, adagiandomi nella mia casa precedente che nulla aveva da invidiarle! Sono entrambe belle ma in modo diverso. Alla fine ognuno deve trovare qualcosa di adatto a se, tagliato e cucito, se possibile, altrimenti tanto vale tornare nell'appartamentino di Piacenza a fare lo gnomo della Gringott segregata nella mia cucinina in attesa che qualcuno risponda al mio insistente bussare quotidiano da quasi un anno a questa parte. Si, ho una start up di successo, ed il successo al giorno d'oggi lo interpreto avendo avuto la possibilità di avviare la mia attività senza debiti ed aumentando il mio fatturato e soprattutto trovandomi in questo angolo di mondo specializzandomi in settori "rari" nel panorama Italico, come l'esportazione all'estero e l'apertura di nuovi mercati, attraverso la legge del Marketing e della Comunicazione. Una presa di posizione idealista e quasi utopica per la maggior parte dei miei colleghi, ma la scelta drastica di cambiare aria per un po', ha permesso al mio business un'evoluzione sorprendente, anche per me.
Questa piccola parentesi è dedicata a tutti quelli che, chi sfacciatamente e chi alle spalle, crede che la mia vita sia solo viaggi, abbuffate e giornate in spiaggia. MAGARI! Non sono di famiglia milionaria e non faccio la escort di lusso, entrambe le cose per motivi di nascita. Tuttavia, dedicare un blog a giornate da dieci ore a studiare mercati, a produrre preventivi, a seguire corsi tenuti da gente molto più avanti di me in un mondo dove l'E-Marketing è già sviluppato, risulterebbe alquanto noioso. Per cui torniamo alle dis-Avventure di una mezzo sangue Europea a spasso per la controversa Asia.
Quando ho cominciato a sognare l'Asia e a dipingere il mio ritratto mentale di Bali, tutto ciò si concretizzava in una casa di legno e paglia, in cui ascoltare i grilli prima di svegliarmi e i galli cantare all'alba.
Il mio arrivo qui, a novembre, aveva abbastanza deluso le aspettative. Con i suoi 50.000, turisti e nomadi digitali, i proprietari di case di Ubud hanno capito che la loro era una miniera d'oro che poteva garantire un introito notevolmente maggiore a quello dato da ore ed ore nelle risaie o a massaggiare opulente australiane. Consapevoli del nostro potere d'acquisto, che ci permette di mantenere qui un tenore notevolmente superiore a quanto avremmo potuto aspirare nel vecchio continente, hanno così incrementato i prezzi, soprattutto delle case ambite da chi cerca un po' di verde e pace ed esponenzialmente rialzato in vista della Merry Christmas and Happy New Year Season (non è un mio copyright, è stata definita così da più di un locale e ogni volta che lo sento mi contorco dal ridere!).
Il metodo migliore per trovare la casa dei tuoi sogni ad un prezzo accettabile è la pazienza.
Ci vuole pazienza per perdersi negli stretti vicoli delle risaie di Penestanan, sventare le voragini dalle quali si scorgono i primi gironi dell'inferno di Nyuh Kuning oppure scovare piccoli bungalows a Sayan e Kedewatan. Insomma la pazienza è la virtù dei forti, soprattutto di chi con tanto impegno cerca di scavalcare gli agenti locali che ricaricheranno sul prezzo in cambio del loro lavoro di interprete con proprietari che parlano solo indonesiano.
Sono tuttavia sempre stata fortunata ed anche la mia prima casina non era assolutamente niente male: il mio padrone di casa era un artista ed in quanto tale ha sempre avuto una cura maniacale della pulizia, ogni mattina irrimediabilmente e dell'allestimento floreale del mio già colorato cortiletto, del riordino esteticamente impeccabile della mia cucinina e del bagno. Ma l'assenza di una rete internet e di un comodo tavolo nella zona giorno, rendevano la casa poco ospitale nei giorni in cui si sarebbe voluto stare a lavorare a casa, magari nel divano che sfortunatamente, non c'era. Non ho mai cercato una lussuosa dimora con piscina, ma qualche metro quadro in più avrebbe solamente reso la mia vita più semplice. Ho passato così oltre un mese monitorando case, andandole a vedere, contrattando sul prezzo. Ma nessuna aveva le peculiarità necessarie per dire al mio adorabile Landlord che dal mese successivo me ne sarei andata. Fino a che, poco prima delle feste, chiacchierando con una co worker che stava qui da molto più tempo, mi ha detto di andare a vedere questa casina. Due piani tutti per te, al prezzo che pagavo prima, circa trecento euro, e udite udite il Wifi sarebbe incluso. Sembrando troppo bello per essere vero mi sono avventurata nuovamente nei vicoli strettissimi di Penestanan, affrontati in scooter con il coraggio di un moderno Tarzan su due ruote. Era lei ed era bellissima: due piani, due camere da letto, due bagni, 3 divani divisi fra la terrazza sopra e quella sotto, cucina ed una comoda tavola a quattro posti al piano inferiore. Finalmente potrò invitare gente a cena! (ovviamente evitando di spignattare, visto che Ubud ti rende drasticamente allergica a qualsiasi pasto prodotto da te che non sia una colazione!)

Ho versato subito una parte dell'affitto per assicurarmi che il mese successivo sarebbe stata mia, contrattando quei trenta euro mensili di pulizie quotidiane: non li avrei pagati e le avrei avute uno giorno si e uno no. In compenso oltre al doppio dello spazio avrei potuto avere una casa vera e propria, dove ospitare amici che a turno arriveranno e colleghi che restano puntualmente senza dimora fra un cambio residenza e l'altro.
Questa mattina, sotto una pioggia torrenziale, con i miei 20 kg canonici di zaino, ho travasato tutti i miei averi da una casa all'altra. Finalmente anch'io dormo sotto un tetto di paglia, con un ventilatore a pale che ti canta la ninnananna, il letto artigianalmente a baldacchino  e tre divani tutti per me, di cui due dotati di copertina Air Asia per la sonnolenza improvvisa.
Vivo ufficialmente fra giungla e risaie, ho delle zanzare che sono fenicotteri di giorno e di notte e nella speranza di sventare la Dengue ho investito un discreto capitale in Lozioni, Spray, Macchinette e Zampironi al fine di tenerle il più lontano possibile da me ed evitare la fine di un tetrapack di succo di frutta dopo la merenda, dal mio tetto di paglia possono filtrare senza alcun ostacolo ragni della misura di un donut ed altri insetti, apparentemente non velenosi, e probabilmente crotali e king cobras pascolano indisturbati sotto la mia giurisdizione sperando di non calpestare lo stesso terreno contemporaneamente (a questo fine mi sono dotata di torcia che mi illumini il cammino, non sono Austin Stevens e io e a me i rettili, proprio come gli umani con le stesse qualità, causano reazioni allergiche!).
Finalmente una casa come l'ho sempre sognata!
Stamattina ho finalmente investito la bellezza di un euro e ottanta per due set di incensi che con la mia casina nuova si sposano benissimo, ripristinando le vecchie usanze di ogni casa alla Charlie Man, qualcuno nel limitrofo compound suona le campane tubolari di legno, favorendomi la meditazione e la mia padrona di casa mi ha lasciato in eredità una decadente collezione di tazze e piatti tutti spaiati, degni della mia personalità, una teiera e ben tre padelle che sembrano quelle di mia nonna!
Cosa potrei chiedere di più dalla vita.
Spostarsi a Penestanan, il quartiere più in voga fra gli Hippies dimenticati di Ubud, ha inoltre come lato positivo che a pochi minuti a piedi hai tutto a portata di mano: dai locali crudisti, di cui dovrei ricominciare ad abusare vista la pancia che mi ritrovo, un centro Yoga frequentato ma non troppo, dove curare i miei nervi che ultimamente sono fin troppo provati, street food da cacciare in borsa scendendo in ufficio e perfino un Warung Nipponico che per tre euro ti consegna il Bento, completo di zuppa di Miso, per un pranzetto da re!
Non lo metto in dubbio, a Bali e perfino ad Ubud, si può spendere molto molto di meno. Verissimo.
Il punto è: perché farlo?
Non sono mai stata una fiera sostenitrice dei conti correnti che si devono riempire a discapito di un tenore di vita mediocre, non ho le mani bucate, non sono una Shopaholic e provvedo sempre a pagare i miei conti prima di concedermi qualche sfizio, anche i più contenuti.

Ma quando abbiamo smesso di cercare qualità nella nostra vita?

Ognuno ha la sua concezione di qualità: per me addormentarmi fra i canti dei Geckini che si ingozzano di Zanzare nel mio cortile era il massimo a cui potevo aspirare per poter definire, la mia vita, di successo. 

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