Si, sto facendo la
scimmia ad una delle mie canzoni preferite adattandola alle mie tempistiche. Se
la conosci, mi stai già simpatico/a, dovresti contattarmi per uscire a bere una
cosa o prendere un caffè, nel momento in cui le nostre coordinate coincideranno.
Ho sempre odiato il
mese di Gennaio, è un feeling che mi tiro addosso dalle elementari, quando era
il mese delle interrogazioni, delle pagelle tragiche e conseguenti punizioni
colossali. L'ansia è sempre stata la stella polare di questo mese e anche dopo
la de scolarizzazione la maledizione di Gennaio mi è sempre stata addosso: a
Gennaio sono sempre attanagliata da una morsa malsana di stress, ansia da
prestazione, progetti inchiodati, orari allucinanti e diverse delusioni. Sarà
una combutta cosmica, sfiga o auto convinzione: ho odiato gennaio in tutti gli
inverni che ricordo, continuerò probabilmente a farlo per il resto del mio
tempo su questo pianeta.
Tuttavia, nonostante
Facebook abbia smantellato l'accadde oggi, forse per le troppe depressioni
causate, quattro conti in croce e capisco come un anno fa la mia vita era
veramente diversa. Anzi aveva proprio iniziato a trasformarsi ma non mi ero
ancora resa conto di quanto questi cambiamenti mi avrebbero portata lontana.
Un anno fa lavoravo ancora come dipendente, anche se per
poco, e come tutti i contrattisti italiani mi facevo rodere il fegato dalla
malsana idea che perdere quel lavoro sarebbe significato perdere qualcosa di
fondamentale. Avevo dimenticato per l'ennesima volta che la mia vita adulta è
sempre stata costituita di svolte radicali, colpi di scena e cambiamenti
apparentemente repentini ed ogni singola volta il cambiamento mi ha portato a
migliorare il mio stile di vita, le mie aspettative, la mia realtà. Purtroppo
appena mia appollaio un attimo in una routine dimentico che il mio motore si
alimenta a novità ma per fortuna i fatti me lo ricordano al momento giusto.Per fortuna, resto il solito Peter Pan, che riesce a divertirsi anche quando c'è ben poco da ridere e le mazzate passano in fretta. Un
anno fa, avevo iniziato a covare quello che oggi mi permette di vivere in una
casa di paglia e legno. Era ancora un embrione ma stava lentamente diventando
un'idea, che oggi ha ragione sociale e paga le tasse come tante sue sorelle
italiane.
In quest'anno sono
diventata una libera professionista, non una Escort, madre natura non è stata
magnanima, una di quelle che ci rimette diottrie e polpastrelli, passando poi
per Start Upper ed Enterpreneur.
Fa sempre figo definirsi in Inglese, ma il succo
è che ho sviluppato un'agenzia che è ancora agli inizi e sono un'imprenditrice,
nel senso che la maggior parte dei miei introiti viene investita nel migliorare
la mia impresa. Fa meno figo ora, vero?
Ho mangiato come non
mai, curandomi relativamente dei miei kg. Si ok, il cromosoma XX rende
impossibile silenziare la lagna, costante e perenne, ogni volta che si incontra
uno specchio o una videocamera. Ma non ho effettuato i miei proverbiali digiuni
nervosi che mi portano a svuotare la quarantadue, a volte l'ho riempita un po'
troppo, altre come ora calza a pennello. Tanto alla quaranta non ci arrivo se
prima non mi limo le ossa del bacino.
Ho imparato che il
fisico di una trentunenne gestisce un hangover peggio di quanto il governo
italiano gestisce le campagne elettorali. Belli i tempi in cui caffè e aspirina
erano la cura ad una notte di baldorie. Ora si deve aggiungere: un gastro
protettore-riparatore, tanta acqua, vitamine e possibilmente un esorcismo. Il
Karma del mio sistema peptico è una minaccia peggiore di quelle subite da mia
madre prima dei colloqui con i docenti.
Ho smesso di fumare,
ho ricominciato a fumare, ho smesso di fumare, diciamo che ho un rapporto
intermittente con il fumo. E' stato bello dimostrarsi di poterne fare a meno,
sapere che quando non ti va non lo fai e quando hai bisogno di maggiore
capacità polmonare o passi la giornata nella natura non senti il bisogno di
accendertene una o di comprare il pacchetto. Insomma, non hai concluso una
mazza. Se non che sei diventata "tirchia" e te lo concedi solo nello
stato in cui costano meno di un euro a pacchetto.
Ho conosciuto gente
straordinaria. In tutti i sensi. Alcuni straordinariamente stronzi e perfidi,
proprio nel senso che parlano nella speranza di far danni. Altri
straordinariamente speciali. Ho trovato il modo di scrollarmi di dosso la
responsabilità della cattiveria altrui e di accettare l'affetto incondizionato
delle persone che te ne danno senza un perché.
Ho accettato di
essere un impiastro sentimentale, un'anafettiva e spesso una pianta grassa
spinosa piena di sarcasmo e cinismo. Un ammasso di cocci, polvere e bile. Ma ho
anche scoperto che nulla irrita più le persone mediocri della tua felicità,
cosa che comporta un doppio guadagno dato che anche il soggetto vive meglio,
così per la maggior parte di quest'anno ho passato più giorni a ridere che a
corrucciare la fronte. Se devono venirmi delle rughe, almeno siano quelle che
piacciono a me!
Ho scoperto che non
esiste l'ascensore per il successo, bisogna prendere le scale. Ma ogni gradino,
anche quelli più ostici, qualche ricompensa la nasconde.
Ho scoperto che
esiste più arte in un popolo che non ha la parola arte nel dizionario di quanta
sia concentrata al Louvre, che le parole dovrebbero essere limitate per non
perdere di importanza e che pensare positivo non influenza gli eventi, ma ti
aiuta per lo meno ad affrontarli con meno paura.
Ho avuto due
campanelli a ricordarmi la fragilità e l'imprevedibilità della durata della
nostra permanenza terrena. Ma ho anche visto che quando si scava un solco
nell'anima delle persone si vive per sempre.
Ho preso poi perso e
poi non so più sempre quei cinque chili. E sono sopravvissuta ad entrambe le
situazioni.
Ho guadagnato meno
di quando guadagnavo da dipendente in alcuni mesi, più del doppio in
altri, ma ho guadagnato la totale
gestione del mio tempo. E l'ho speso facendo le cose che più mi piace fare,
anche se a volte significa rinchiudersi nel mio ufficio di bamboo oltre le otto
ore canoniche e dimenticarsi di pranzare.
Un anno dopo
ripeterei ogni singolo passo che mi ha portata qui, sperando che fra un anno,
il mio gennaio sarà più rilassato, anche se l'ansia causata da questo mese è
oramai per me una certezza.
Ho riso fino al malditesta ed ho pianto fino ad ottenere lo stesso risultato, non ho fatto economia di sentimenti nonostante tutto urlasse di parcheggiarmi in un porto sicuro in attesa che le ferite guariscano spontaneamente. Il problema è che spontaneamente, nulla avviene a questo mondo e solo il giorno che lo ammetterai prenderai in mano la situazione.
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