"Se non ti puoi
permettere l'assicurazione, non ti puoi permettere il viaggio."
Spadroneggia saccente la foto di una tizia ignota che già mi sta sulle palle
per la sua affermazione assoluta ed estremista, sul sito WorldNomads.
Ma per quanto mi dia
ai nervi l'idea di pagare "giusto nel caso che" e mi faccia percepire
i granchietti nelle tasche, dopo un mese in giro per il mondo mi rendo conto
che 'ndo vai se l'assicurazione non ce l'hai?
Quando decidi di
fare il Nomade Digitale è tutto molto fico e ti illudi, magari in parte, di
apprendere da qualche monaco o sciamano l'arte dell'autoterapia. Contaminata
dalla pace della città-medicina cominci a credere alle capacità di controllare
la tua salute con la tua mente e sussidi naturali quali frutta, verdura ed
altre cose reperibili in Natura. Vero, vero assolutamente.
Ma cosa succede
quando in questa situazione di estasi cosmica ultraterrena accade qualcosa che
non avevi previsto?
E' stato il racconto
di oggi di un "compagno di tastiera" di cui si era notata l'assenza
nel Weekend. Ma si sa che nel weekend a Bali non si fa una mazza, tranne
qualche stakanovista cammuffato con pantaloni hippies che quando tira tardi
depistato dal progetto creativo, si spara qualche sabato in ufficio.
Ma non sempre, mica
son venuta a Bali a fare la Meneghina, già mi stavano sui coglioni dove stanno!
Questa mattina si
vedono spuntare un paio di stampelle, visuale inusuale in questo covo di nerd
cibernetici. Il nostro collega, uscendo dall'ufficio venerdì, ha preso una
curva con un po' troppa intraprendenza ed ha ben pensato, come donazione agli
spiriti di Ubud di lasciarci la caviglia sinistra.
Shit Happens.
Soprattutto ai
principianti che non sono stati svezzati nel traffico di Bombay, vivono in
paesi con la densità media pari alle particelle di sodio in acqua lete dove il
senso del dovere è direttamente proporzionale al senso della lagna
dell'Italiano medio.
Ora come capiterebbe
in ogni altro angolo del mondo arriva l'ambulanza e ti porta in ospedale, ma
siccome sei una mozzarella occidentale piena di soldi come una
damigiana ad Ottobre, ti portano in una clinica degna della tue aspettative , mica
in un ospedalino rievocante Madre Teresa con i topi che ti saltellano allegri
sotto il letto e non sei Cenerentola.
Sembra giusto: ve lo
immaginate essere traghettati in uno di quei lazzaretti asiatici? Noi! Abituati
alle nostre sfavillanti strutture ospedaliere. Si chiama ironia e chi ne ha se
la ghigni pure.
Una volta in clinica
i medici decidono che la tua caviglia è da operare. A quel punto che puoi fare?
Mica ti metterai a fare il fricchettone hippie e ti porti uno sciamano Navajo
reclutato via Facebook a curarti con infusi di Peyote!
Dici di si, a quegli
Oompa Loompa che sanno di Menta e Disinfettante e non chiedi nemmeno il prezzo!
Chi cacchio lo chiede il prezzo in ospedale! Prima la salute.
Vieni operato. Ti
mettono a disposizione una stanza singola, hai un infermiera a disposizione
tutto il giorno a lenirti le ferite e tenerti la manina mentre mandi a quel
paese la cosmica pace interiore e piagnucoli come una femminuccia.
Dopo due giorni di
coccole e sorrisi cordiali: Ta dan! Il conto sono quindici milioni di Rupie.
Tradotto, sono
novecento euro.
Non so voi ma
l'unica parola che mi è uscita è stata: Sticazzi!
In quel caso, avendo
un'assicurazione medica internazionale, la spesa è stata a carico della
succitata.
Morale della favola: quando avete intenzione di convertirvi da acaro della polvere ad Indiana Jones assicuratevi di farlo con tutte le tutele del caso. Personalmente consiglio Worldnomads internazionalmente riconosciuto, copre le principali cause di disagio e non a caso è consigliato dalla Lonely Planet. Ovviamente per i piccoli malanni come sfrisare un reef facendo Snorkeling senza muta, si ho incontrato gente con questo QI, oppure le pacche da surf e gli attacchi di diarrea i costi delle visite sono talmente irrisori che il gioco non vale la candela. Si chiama Franchigia ed è il modo delle assicurazioni di dirci: ma ci faccia il piacere! Quando vuoi il rimborso delle aspirine comprate in Cambogia. Mai partire per un viaggio senza le dovute precauzioni.
Fermiamoci tuttavia un
attimo a riflettere: novecento euro per un'operazione ad una caviglia in uno
stato dove gli stipendi partono da 150 euro al mese e si mangia con un euro a
pasto. Uhm. Per fortuna che gli indonesiani hanno l'assicurazione statale,
dici.
E invece no, lo vedi
che sei ignorante, nel senso che ignori?
La tanto criticata,
odiata, maledetta e via dicendo sanità italiana è una delle pochissime imprese
sanitarie che coprono INCONDIZIONATAMENTE i propri cittadini.
Oramai sono al terzo
stato e francamente non ne ho ancora trovato uno che offra lo stesso servizio.
Sapete dunque cosa
vuol dire?
Che un disoccupato
trentenne che abita con mamma e papà se una sera che esce a bersi la mancetta
con gli amici si schianta contro il palo della luce, quello schifoso, odiato e
criticato ospedale italiano lo andrà a prendere con la sua ambulanza, lo porterà
dentro, lo opererà, lo rimetterà in piedi e solo quando starà bene. E tutto
questo pagando solo il ticket. Sapete quanto è costato a quell'ospedale tutto
questo servizio? Vi assicuro, molto più del ticket che avete versato. Direte:
ma come minimo! Ancora una volta la risposta parte dallo stomaco uscendone con
un suono quasi gutturale: STICAZZI!
In Grecia, dagli
anni pre-crisi, quelli del magna magna per intenderci, si ha diritto
all'assicurazione sanitaria solo se si raggiunge una quota stabilita di
contributi almeno ogni due anni. Sapete cosa vuol dire? Che se non vuoi pagarti
il parto, l'appendicite o il pediatra
della figlia allora ogni tot di mesi muovi le chiappe e ti vai a trovare un
lavoro.
E se non ce n'è? (si
la non ce n'è, mica come da noi che continuiamo a parlare di sopravvivenza con
il nostro smartphone in tasca, mentre siamo a cena con gli amici in trattoria,
dopo l'aperitivo e prima della birra della staffa!)
Se non ce n'è paghi.
Se non ce li hai,
allora ok, magari ti diamo il primo soccorso facendoci pagare il minimo, ma
prega Dio di non ammalarti seriamente, altrimenti muori. Muori perché le cure
vere costano.
Questo è signori e
signore, come la maggior parte dei sistemi sanitari del mondo funzionano. Visti
da vicino, senza leggere un titolo scioccante da condividere su Facebook.
E' vero, l'Italia
non è la Svezia e tutto non funziona alla perfezione. Ma paghiamo molte meno
tasse di loro ed invito chiunque a smentirmi con dati ufficiali alla mano.
Anche perché, l'Italiano che si incazza perché i politici mangiano mica si
incazza per l'ingiustizia, si incazza perché la torta a lui non arriva. E lo so
che questa frase di fondo ti da ai nervi perché sai che è vera.
Smettere di credere
di rotolare nel baratro non potrà che dare la forza di cercare nuove soluzioni
e nuove vie per costruirci una vita migliore. Credere di vivere nel fango ti fa
vivere nel fango.
Svegliati e sorridi!
Tutto il tempo che
passerà fra il renderti conto che non sei felice e renderti felice credi ti
verrà restituito?
Chiudo questo post
con un messaggio personale: Mamma non ti preoccupare. Pago fior di quattrini di
un'assicurazione internazionale che mi copre anche il tanto temuto rimpatrio
della Salma.
Dormi sonni
tranquilli: hai creato una figlia previdente.
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